Un'indagine recente ha fornito le prove del disboscamento su larga scala in corso illegalmente nelle zone più remote dell'Amazzonia peruviana, abitata da popoli tribali incontattati.

Il rapporto della ONG statunitense River Conservation Studies, "La corsa agli ultimi alberi di mogano rimasti in Perù", documenta l'esistenza di due campi di disboscamento all'interno di due riserve riservate agli Indiani incontattati.
Il rapporto rivela anche che per rendere possibile il trasporto del legname abbattuto illegalmente è stata costruita una rete di strade all'interno una di queste riserve. Il risultato: nel corso degli ultimi anni sono aumentati  gli scontri tra i disboscatori e le tribù non ancora contattate, con morti da entrambe le parti.
 
E' stato ulteriormente scoperto che lo sfruttamento forestale illegale avviene nell'Alto Purus National Park, anch'esso abitato da Indiani isolati.

"Il disboscamento illegale minaccia la sopravvivenza dei cacciatori-raccoglitori nomadi, uno degli ultimi popoli indigeni isolati rimasti al mondo" dice il rapporto. "Nonostante siano degli eccellenti tiratori scelti, le loro frecce non possono competere con le pistole dei disboscatori".

Le tribù incontattate, compresi i Mashco-Piro e i Mastanahua, sono altamente vulnerabili a qualsiasi forma di contatto perché non hanno immunità alle malattie provenienti dall'esterno. La stragrande maggioranza del legno viene esportata negli USA.

Per scaricare il rapporto andare sul sito della River Conservation Studies

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