Il biodiesel, o biocarburante, è un carburante di origine vegetale. Questo però non significa che sia ecologico.

I biocarburanti sottraggono derrate destinate all'alimentazione, minacciando di accrescere la fame nel mondo. In molti casi la loro efficienza energetica è tutt'altro che positiva, vista la grande quantità di energia, acqua e prodotti chimici necessari alla loro produzione (per produrre un litro di biodiesel servono 4000 litri di acqua tra irrigazione e trasformazione).


Il biodiesel è un prodotto dell'agricoltura, quindi viene presentato come rinnovabile. In realtà non ci sono sufficienti terreni agricoli, e il biodiesel può sostituire il petrolio solo se saranno abbattute e dissodate le ultime foreste. I questo modo però si libera in atmosfera una grandissima quantità di gas serra: secondo l'ONU un quinto delle emissioni di CO2 sono dovute alla deforestazione.
Intanto però l'industria dell'agrobusiness si è lanciata nel nuovo affare. ADM, Bunge e Cargil si sono assicurate il controllo di ampie fasce di foresta amazzonica. I colossi industriali malesi e cinesi controllano l'espansione delle piantagioni di palma da olio in Indonesia, Papua Nuova Guinea e Africa.
Le foreste palustri, che custodiscono uno spesso strato di torba accumulatasi in 20 mila anni, vengono abbattute e drenate per farne piantagioni, e la torba si asciuga e inizia a decomporsi, e il carbonio torna in atmosfera: fino a 300 tonnellate di carbonio per ettaro.

 
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