I popoli indigeni hanno gestito le loro foreste per secoli, e ce le hanno consegnate come eredità. Ma noi le stiamo abbattendo. E con la foreste muoiono i popoli che le abitano, come gli Indios amazzonici, i Pigmei in Africa, Penan in Malesia...
 
Queste genti hanno sviluppato nei secoli conoscenze profonde e hanno imparato a convivere con la foresta senza distruggerla.
Sono le prime vittime dell'assalto alla foresta. L'arrivo dell'industria porta con se' la distruzione degli alberi che forniscono loro frutti o medicinali, ma anche punti di riferimento nei loro spostamenti. Le bande di bracconieri arrivate assieme all'industria ripuliscono la foresta di tutta la selvaggina. Le successive ondate di insediamenti tolgono loro la terra, la cultura ed il diritto a vivere.
Le foreste danno da vivere anche a numerose popolazioni di raccoglitori, come i seringueros in Amazzonia, che vivono estraendo gomma o raccogliendo noce brasiliana. {slide=Nessuno sviluppo} I profitti finiscono nei conti delle aziende multinazionali e di prestanomi locali, oltre a fluire nelle tasche di amministratori corrotti: il prezzo delle tasse per le concessioni di taglio è irrisorio se rapportato al valore del prodotto finito. Al paese esportatore restano solo i danni lasciati da uno sfruttamento predatorio: distruzione dell'ambiente e delle risorse.
{/slide} {slide=E tanta povertà} Il prelievo industriale del legno tropicale africano non genera ricchezza né sviluppo. Almeno non per le genti del luogo. I paesi africani esportatori di legno sono tra i 50 paesi più poveri del mondo, sono tra i paesi a più basso indice di sviluppo umano, e il loro reddito pro capite è tra i più miserabili. Questi paesi compaiono nella lista dei Paesi poveri altamente indebitati. Mentre immense quantità di legno prezioso venivano incamminate verso l'Europa e l'Asia, debito estero dell'Africa sub-sahariana cresceva del 225%.
Le aree di sfruttamento forestale, sono caratterizzate dalle problematiche sociali tipiche dell'inurbamento improvviso: alcolismo, prostituzione, AIDS. Intanto scompare un patrimonio di ricchezza biologica ma anche economica. {/slide} {slide=Quando arrivano le compagnie del legno} Per gli abitanti dei villaggi le conseguenze negative delle operazioni forestali, superano di gran lunga quelle positive.
Quando cominciano le operazioni di taglio, la popolazione del villaggio si moltiplica, spesso i villaggi si trasformano in piccole città. Con l'arrivo dell'industria, arrivano la prostituzione, l'AIDS, l'alcolismo, e la struttura sociale e culturale del villaggio collassa. Intanto l'improvvisa domanda di cibo aumenta i prezzi. Contemporaneamente, le stesse operazioni forestali riducono la disponibilità di prodotti selvatici, raccolti tradizionalmente dalla gente dei villaggi (frutta, semi da olio, piante medicinali ecc). È abbastanza frequente che gli impiegati delle compagnie rubino verdure dagli orti locali o portino via la cassava dalle piantagioni. L'invasione di cacciatori di frodo su larga scala, per vendere la carne alle compagnie del legno o trasportarla verso i mercati della città, minaccia ulteriormente le loro risorse alimentari locali, mentre le compagnie si rifiutano di pagare qualsiasi risarcimento. {/slide} La distruzione delle foreste non è un male necessario allo sviluppo dei paesi poveri. Anzi, decenni di industria del legno e la monocoltura hanno aumentato la povertà e la miseria.
Quinto Inuma Alvarado, leader tradizionale degli indigeni Kichwa, è stato ucciso con un colpo di pistola in un'area della foresta pluviale peruviana che ha visto forti tensioni tra gli indigeni e i taglialegna illegali.
Quinto Inuma Alvarado è stato aggredito mercoledì mentre tornava dai un seminario tenuto da donne indigene attive nella difesa della foresta nella regione di San Martín, in Amazzonia. La polizia peruviana ha confermato l'omicidio.

L'Associazione Yanomami's Hutukara ha dichiarato una crisi umanitaria in seguito allo stupro e all'uccisione di una ragazza yanomami di 12 anni da parte dei minatori, alla scomparsa di un bambino di 3 anni e agli atri assalti al villaggio Yanomami di Aracaçá che hanno ha messo la comunità amazzonica “sull'orlo della scomparsa” a causa delle violenze provocate dai minatori.

Togu Simorangkir vive in Sumatra Settentrionale. Laureato all'Università di Oxford, è scrittore e attivista ambientale. Nelle ultime settimane ha marciato per 42 giorni, camminando con un pugno di amici attraverso Sumatra per circa 1500 chilometri e raggiungendo Giacarta pochi giorni fa.

Huber Samir Camayo Fajardo è morto giovane, a 23 anni. Perché si trovava nel posto sbagliato, con suo padre in un campo nel comune di Cajibío, nella Cauca colombiana, quando la Mobile Riot Squad, l'ha abbattuto con una raffica per poi scomparire. L'uccisione di Huber Samir Camayo Fajardo è stata annunciata dal Jaime Garzón Human Rights Network.

Antonio Treuquil era un werkén, tradizionale portavoce Mapuche, nella comunità di We Newén. Gli indigeni Mapuche sono in conflitto di lunga data con l'industria forestale che si è impossessata della maggior parte delle loro terre durante la dittatura. Anche la comunità di We Newén è coinvolta in una disputa sulle proprie terre tradizionali, con la compagnia cartaria  Arauco