Il biodiesel, o biocarburante, è nato da un sogno: trasformare gli scarti agricoli in combustibile. Ma quando si è scoperto che i biocombustibili sono il più economico sostituto del petrolio, è iniziata la corsa alle piantagioni, e il sogno si è trasformato in un incubo. il biodiesel è diventato un temibile oro liquido, capace di divorare ogni anno un milione di ettari di foresta.
Il biodiesel è un prodotto dell'agricoltura, quindi il buon senso vorrebbe che sia rinnovabile. Ma non è così, per il semplice fatto che i terreni agricoli sono ormai esauriti, e per avere grandi coltivazioni a scopo energetico, non ci sono che due alternative: distruggere le ultime foreste rimaste per dissodare nuove terre, o togliere terreno alle coltivazioni per uso alimentare, incrementando la fame nel mondo. La crescita della domanda di biodiesel sta portando a entrambi gli effetti.

{slide=Fame e deforestazione} Quando viene usato, il biodiesel emette meno carbonio del petrolio della comune benzina, ma ormai il danno l'ha già fatto: per fare posto alla monocoltura della soia in Sud America, le multinazionali dell'agrobusiness ADM, Bunge e Cargil hanno distrutto ampie fasce di foresta amazzonica e di Cerrado (savana abustiva tropicale che costeggia la foresta amazzonica, essenziale a numerose specie animali).
In Indonesia e Papua Nuova Guinea sono le imprese malesi a drenare le foreste palustri e torbiere, per poi incendiarle e quindi farne piantagioni di palma da olio, mentre milioni di tonnellate di torba vanno in fumo, immettendo in atmosfera quantità immense di carbonio: è stato calcolato che, per questo l'Indonesia è diventata il quarto paese per emissioni di gas serra. Anche in Africa la palma da olio inizia a assediare le foreste pluviali. {/slide}
Un documento pubblicato su Nature in luglio ha rilevato che l'Estonia ha uno dei più alti tassi di perdita di foreste in Europa, dopo il brusco aumento registratosi tra il 2016 e il 2018 con un aumento del prelievo dell'85% rispetto a quello del decennio precedente. L'aumento è stato in gran parte causato dalla domanda di pellet di legno a scopo energetico, come rivelano gli autori dello studio.

L'Unione Europea vara la nuova politica energetica e affonda ogni ambizione di leadership mondiale del clima. Infatti la nuova direttiva sulle energie rinnovabili approvata stanotte, e che sarà effettiva fino al 2030, continuerà a incentivare l’incenerimento delle biomasse, portando all’abbaiamento di alberi interi, fino al ceppo, esclusivamente per la produzione (inefficiente) di energia elettrica.
 

La produzione di elettricità da biomasse provenienti dal Nord America rischia di emettere più carbonio della generazione elettrica a carbone. E’ quanto emerge da un rapporto pubblicato dal Dipartimento di Energia e cambiamenti climatici (DECC) del Regno Unito.  Secondo il rapporto, quando i boschi vengono abbattuti ad una velocità maggiore del tempo di rigenerazione naturale, l’energia elettrica prodotta è compresa tra 1.270 a 3.988 kg CO2 equivalenti per megawatt, ossia più di quella del carbone.

La combustione di legno nelle centrali elettriche rappresenta una significativa minaccia alla riduzione delle emissioni di fas serra. E’ quanto emerge da un recente studio scientifico, pubblicato su Environmental Research Letters, secondo cui anche nello scenario più ottimista, in cui solo gli scarti legnosi vengono bruciati come combustibile - cosa che attualmente non accade - le biomasse contribuiscono invece ad aumentare l’effetto serra.

Gli scienziati avvertono: non ci sono abbastanza foreste per soddisfare la crescente domanda di bioenergia. Innanzitutto sono necessarie regole imprescindibili per il prelievo dell legno, per esempio il divieto di rimuovere idi residui e i ceppi degli alberi abbattuti, soprattutto nei terreni poveri. Ma queste regole a loro volta ridurranno del 30 per cento il volume potenziale della biomassa disponibile in Europa. E’ quanto emerge da uno studio dell’Accor, l'Istituto Internazionale per l'Analisi Sostenibilità e le Strategie (International Institute for Sustainability Analysis and Strategy).