Il presidente brasiliano Jair Bolsonaro ha provocatoriamente nominato Ricardo Lopes Dias a capo del FUNAI, l'organo governativo brasiliano che istituisce e realizza politiche relative alle popolazioni indigene. La nomina di Dias è una minaccia per i popoli indigeni dell’Amazzonia minacciosa. Qualsiasi contatto con estranei espone le popolazioni indigene isolate al rischio di malattie e violenza. Dias - un pastore evangelico - è stato collegato alle attività di proselitismo della New Tribes Mission of Brazil (MNTB), un'organizzazione missionaria nordamericana che ha tentato di forzare gli indigeni. Come capo di questo dipartimento, avrà accesso alle informazioni geografiche su oltre 100 popolini “isolamento volontario”.
In passato, un altro membro della stessa organizzazione missionaria, Luiz Carlos Ferreira, è stato accusato di schiavizzare indigeni (allora isolati) Zo’é assieme a un trafficante di noci brasiliane, Manoel Ferreira de Oliveira.
 
L'APIB, la Coalizione dei Popoli Indigeni del Brasile, assieme da altre associazioni indigene e gruppi per i diritti umani ha “respinto con forza” la nomina si Dias: “Vi sono segnalazioni di numerose situazioni in cui il contatto forzato, causato da gruppi missionari, compresi quelli collegati a il MNTB ha avuto come conseguenza un rapido aumento dei decessi di morti malattie, disgregazione socio-culturale e cacciata dalle terre ancestrali" L'APIB osserva inoltre che all'interno del FUNAI c'è personale tecnicamente competente ed esperto che avrebbe potuto essere nominato.

L'ex direttore del Funai, Franklimberg Ribeiro de Freitas, è stato licenziato senza in tronchi per aver resistito alla pressione ad aprire le terre indigene allo sfruttamento commerciale.

Bolsonaro rappresenta una minaccia diretta alla politica brasiliana, sancita dalla Costituzione,  di rispetto dell'autonomia e della non assimilazione forzata dei popoli indigeni, una politica adottata in seguito all’ecatombe di indigeni dovuta a contatti col mondo occidentale. Il presentente inverte tale politica, rappresentando gli interessi di due potenti lobby: la lobby evangelica e quella degli agrari.

Così ora è a rischio l'applicazione delle norme costituzionali che sanciscono il diritto dei gruppi indigeni alle loro terre ancestrali e il dovere del Brasile di delimitare tali terre. Bolsonaro ha recentemente presentato un disegno di legge per aprire le terre indigene allo sfruttamento minerario. Un disegno di legge che se approvato dal Congresso, toglierà alle comunità indigene il diritto di porre il veto alle miniere sulla loro terra.

 

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