Salerno, 23 Marzo 2002 - E' arrivata al terzo giorno l'azione di protesta di Greenpeace contro la distruzione delle foreste primarie africane, al porto di Salerno, malgrado la neve e il vento che ha battuto la nave.

Due attivisti di nazionalità  inglese si sono arrampicati venerdì alle 17, a circa 30 metri di altezza sul ponte di scarico della nave Kwanza, battente bandiera panamense, e continueranno a bloccare le operazioni ad oltranza.

 Uno dei due attivisti, Chris Holden, le cui condizioni di salute destavano preoccupazione, è stato sostituito da Frank Heweston, anche lui inglese e membro dell'equipaggio della Rainbow Warrior, la nave ammiraglia di Greenpeace che ha ostacolato venerdì, insieme a gommoni, canoe ed un ponte galleggiante l'ingresso in porto della Kwanza.

Il record di permanenza sul ponte di scarico è di Janene Bonnet, 26 anni, di Londra, medico di bordo della Rainbow Warrior, che da 42 ore è ormai esposta al gelo e al vento per salvare le ultime foreste del pianeta.
I due attivisti stanno sopportando condizioni metereologiche pesantissime: da stanotte cade il nevischio e piove, mentre il vento continua ad essere fortissimo, ieri era tra i 40 ed i 60 chilometri orari.
Per proteggersi, Chris e Frank hanno realizzato una tenda di fortuna con lo striscione giallo che porta la scritta Salviamo le foreste primarie".
Tutti gli attivisti e i gommoni fermati ieri e l'altro ieri dalle forze dell'ordine sono stati rilasciati.
Le operazioni di scarico della Kwanza sono ad oggi bloccate.
La nave, infatti, è carica di legno di alberi centenari provenienti dal Bacino del Congo, dove le operazioni forestali distruttive sono diffusissime.

L'Italia è uno dei maggiori importatori di legno africano ed è il primo dal Camerun. Il blocco effettuato da Greenpeace a Salerno è stato preceduto lo scorso 19 marzo da un'azione simile nel porto di Ravenna.
"Diverse aziende del legno che operano in Africa centrale sono state più volte sanzionate per taglio illegale, e le loro operazioni forestali distruttive minacciano le culture di diverse comunità locali, la cui vita dipende dall'integrità  della foresta- ha dichiarato Sergio Baffoni coordinatore della campagna foreste di Greenpeace " la deforestazione mette in pericolo numerose specie quali l'elefante di foresta, il gorilla e lo scimpanzé"

Greenpeace ritiene che la responsabilità  per la distruzione delle foreste ricada anche su chi importa tale legno e sui governi che non regolano a sufficienza tale commercio. L'Italia, in qualità  di paese G8 si era impegnata tre anni fa a stroncare la piaga del traffico di legno illegale.
Greenpeace chiede al governo un controllo sulla legalità  delle operazioni forestali italiane nel Bacino del Congo ed un blocco delle importazioni di legno proveniente dalla distruzione delle foreste primarie. Il Summit delle
Foreste, la Conferenza delle Parti della Convenzione sulla Biodiversità, prevista tra un mese all'Aja, rappresenta l'ultima opportunità  per salvare le ultime foreste del pianeta.

 

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