Quito, 17 settembre 2008 - L'Ecuador rinuncia allo sfruttamento petrolifero del Parco Nazionale dello Yasuni'.
L'iniziativa si chiama “Modello Yasuní-ITT (Ishpingo-Tiputini-Tambococha)” e prevede che l'Ecuador rinunci a estrarre 900milioni di barili di greggio nell'area amazzonica protetta, un territorio che l’Unesco ha dichiarato Riserva mondiale della biosfera. In cambio parte dei governi dei paesi industrializzati si impegnano ad acquistare certificati verdi che vadano a compensare le perdite della mancata vendita del petrolio.
Questa zona, ai piedi delle Ande, è uno dei punti del pianeta con il maggior numero di specie per metro quadrato tanto che, nel 1989, è stato dichiarato dall’UNESCO come “Riserva della Biosfera”. Sempre nel 2007 nel nostro continente, in virtù di queste dichiarazioni, alcuni Stati (Germania, Norvegia e Spagna) hanno dato timidi segnali per appoggiare l’iniziativa, anche se da allora pare che i buoni propositi di questi Paesi si stiano ridimensionando.
Le ONG e associazioni locali vorrebbero continuare a tenere vivi i buoni propositi degli Stati interessati al progetto per la salvaguardia della riserva nella speranza che quell’area venga protetta. Per poter tenere in vita questa iniziativa, le associazioni di protezione dell riserva naturale stanno in questi giorni presentando nelle città più importanti d’Europa una campagna dal titolo Yasuni Oro Verde. Verra' creato un fondo vincolato da 350 milioni di dollari: il 50% verrà stanziato dallo stesso governo ecuadoriano, il restante dovrà arrivare dalle donazioni.
I soldi raccolti andranno a finanziare progetti sulle energie rinnovabili e di tutela ambientale. Alcune nazioni europee hanno già garantito il loro appoggio e grandi personalita' internazionali, tra cui Rita Levi Montalcini, che l'Amazzonia l'ha vista nascere, si sono schierate a favore dell’iniziativa.
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