"Caro lettore, la Royal Dutch Shell è estremamente orgogliosa di essere la prima azienda petrolchimica internazionale di dire pubblicamente: Chiediamo scusa."
Dopo aver inquinato di petrolio e fumi il le foreste della Nigeria, e fatto uccidere ambientalisti del calibro di Ken Saro-wiwa, la Shell si scusa. Sarà vero?

 

"La Shell si scusa con tutti gli abitanti della Nigeria Delta del Niger per i molti anni di violazioni dei diritti umani, di cui la Shell assume la piena responsabilità - spiega Bradford Houppe, Vice-Presidente del Comitato Etico dell'impresa -  Le operazioni di Shell nel Delta del Niger devono essere oggetto di una seria, approfondita e umile revisione".

Insomma, un grande passo avanti verso la responsabilità etica di impresa... Se non fosse che alla Shell, questo Bradford Houppe non lo conosce nessuno. Infatti non esiste.
In occasione dell'Assemblea generale degli azionisti della Shell, prevista martedì 18 maggio a L'Aia, il gruppo inglese The Yes Men ha messo online un falso sito della compagnia petrolifera, immaginando un'impresa davvero etica. Alla Shell l'arduo compito di smentire gli applausi ricevuti.

Intanto rappresentanti indigeni nigeriani hanno citato in giudizio la Shell in Olanda. Si scuserà la Shell?

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