L'Europa deve importare solo legname legale e proveniente da operazioni forestali responsabili. Il voto del Parlamento Europeo ha raccolto le raccomandazioni della commissione ambiente, e richiesto delle forti misure per sconfiggere il legno illegale. Il compito di finalizzare la legge spetta ora ai ministri dell'agricoltura, che avranno tempo fino alla prossima estate.
Il Parlamento ha sostanzialmente migliorato la bozza presentata dalla Commissione Europea, aggiungendo l'obbligo di provare la legalità del legname commercializzato e prevedendo sanzioni che danno credibilità al bando sul legno illegale. Si calcola che circa un 19 per cento delle importazioni di legname nell'Unione Europea sia legato a operazioni illegali.
"Un passo avanti verso l'esclusione del legno illegale dai mercati europei - ha commentato Sebastien Risso, di Greenpeace - Spetta ora ai ministri dell'agricoltura rispondere alla richiesta dei cittadini europei".
"Questo voto è un chiaro segnale: il legno illegale va fermato immediatamente. Un sondaggio europeo dimostra che il 90 per cento dei cittadini vuole una legge efficace, che combatta il legno illegale" ha aggiunto Anne van Schaik di Friends of the Earth, criticando lo scarso impegno dei ministri dell'agricoltura.
Anche l'Environmental Investigation Agency si congratula: "le misure proposte dalle Commissione erano insufficienti e in ritardo", mentre il voto del Parlamento Europeo sarebbe da considerarsi un autentico progresso.
Il Parlamento Europeo si appresta inoltre a votare una risoluzione in favore della creazione di un fondo multilaterale per finanziare la protezione delle foreste tropicali, come misura per proteggere il clima globale. La deforestazione nei paesi tropicali provoca circa un quinto delle emissioni di gas serra su scala globale.
Secondo Greenpeace sarebbero necessari 30 miliardi di euro ogni anno da parte dei paesi industrializzati per fermare la deforestazione in Amazzonia, Indonesia e nel Bacino del Congo. Si tratta di una cifra considerevole, ma anche si un saggio investimento: i costi degli impatti causati da cambiamento climatico minacciano di essere molto più alti.
Anche senza considerare possibili eventi catastrofici,  costi degli impatti dei cambiamenti climatici sono stimati attorno una media al 2 per cento del prodotto interno lordo nei paesi industrializzati (1), ma se si considerano i costi di adattamento, la percentuale impenna verso cifre astronomiche che oscillando fra il 7 e il 25 per cento del PIL (2).
(1) Cline, W.R. (1992), The Economics of Global Warming, Washington D.C., Institute for International Economics. Nordhaus, W.D. (1994), Managing the Global Commons: The Economics of Climate Change, Cambridge: The Mit Press. Tol, R.S.J. (1995), ‘The Damage Costs of Climate Change - Towards More Comprehensive Calculations', Environmental and Resource Economics, 5, 353-374.
(2) Cline (1992), Tol (1995) e Frankhauser, S. (1995), Valuing Climate Change – The Economics of the Greenhouse, London, Earthscan.
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