La deforestazione continua, spazzando via quel che resta delle preziose foreste della Cambogia. L'ultimo giro di vite contro la deforestazione illegale in Cambogia non è che una farsa, mentre i grandi commercianti di legname stanno vincendo la vera partita, dice Ouch Leng, un ex funzionario governativo che da venti anni aiuta gli abitanti dei villaggi a combattere il saccheggio illegale delle preziose foreste tropicali del suo paese.
Recentemente le  autorità cambogiane hanno annunciato il progetto di ampliare le aree protette di circa un terzo. L'eterno primo ministro Hun Sen, che molti considerano un sostenitore della principale compagnia del legno, la Try Pheap, ha recentemente annunciato di aver autorizzato l’impiego di  attacchi missilistici su taglialegna illegali.
 
Ma Ouch Leng sostiene che le retate di taglialegna illegali non siano altro che mero spettacolo. Infatti alle annunciate azioni non hanno fatto seguito né arresti né processi. il traffico continua. 
"Nessuno è stato arrestato. Non è che tratta una messa in scena mediatica" ha commentato  Ouch Leng . "Il Ministero dell'Ambiente non fa niente. Certo non si scomodano a andare in foresta a pattugliare o arrestare i taglialegna illegali”.
Il fatto è che la gran parte del commercio di legname è protetta da unità militari che traggono mungono i taglialegna, e intromettersi è molto rischioso. Almeno cinque omicidi in Cambogia sono stati collegati al business della deforestazione illegale dal 2007, tra cui quello del collega di Leng, Chut Wutthy, che è stato giustiziato nel 2012, mentre mostra i giornalisti una foresta abbattuta illegalmente nella provincia di Koh Kong, nella Cambogia sud-occidentale.

Leng ha vinto il premio Goldman, il prestigioso “nobel dell’ambiente” per la sua tenace e rischiosa battaglia contro la deforestazione illegale e per fermare le concessioni che scacciano via i contadini dalle loro terre. In molte aree del pianeta, la difesa dell’ambiente è punita con l’omicidio, come nel caso del leader indigeno e ambientalista Berta Caceres, anch’essa vincitrice del Premio Goldman,  uccisa in Honduras da sicari che hanno fatto irruzione nella sua casa lo scorso marzo. Berta Caccerei aveva ricevuto minacce di morte da parte della polizia, dei militari e dei proprietari terrieri locali per il suo tentativo di bloccare la costruzione di una diga.
 
Leng ha accetta il rischi come parte del suo lavoro: "Non mi aspetto che il governo mi permetta di vivere a Lengo", ha detto.
E continua ad attraversare la foresta armato solo di macchina fotografica e un localizzatore GPS, per il monitoraggio del taglio illegale. A volte si finge cuciniere dei taglialegna, o trasportatore di merci, altre si finge turista. 
 
Leng era uno studente modello nella provincia rurale di Takeo e. Quando il suo capo villaggio gli ha negato il permesso di recarsi nella capitale Phnom Penh a sostenere gli esami universitari, si è nascosto su  un treno di canna da zucchero per raggiungere la città. Dopo aver studiato legge, è stato assunto al Ministero degli Esteri, e poi al Ministero della Pianificazione. Per motivi politici, ha lasciato il ministero e ha iniziato a lavorare in una associazione non governativa, occupandosi di deforestazione illegale.

Ultimamente, l'attenzione di Leng si è concentrata sul conflitto tra gli abitanti dei villaggi locali e una impresa cinese che si sta costruendo un enorme resort Lengo una striscia di costa di scelta presso il confine con la Thailandia, nella provincia di Koh Kong.
I residenti denunciano di essere stati scacciati dalle loro terre e trasferiti nell’interno, dove hanno perso la loro fonte principale di sostentamento, la pesca. Il governo ha concesso per 99 anni le loro terra alla la cinese Tianjin Development Group Union Co, che ha già costruito un campo da golf e prevede di costruire uno yacht club, un casinò, ville e altre strutture di lusso.
"Prima, la gente del villaggio poteva guadagnare fino a 2.500 dollari l’anno, cento dollari con una notte di buona pesca. Ora non possono più pescare perché l’impresa si accaparrata tutta la costa. Non hanno niente da mangiare", ha detto Leng.

Secondo le Nazioni Unite dicono i conflitti per l’uso della terra sono diventati la prima minaccia ai diritti umani in Cambogia. Immensi progetti formalmente finalizzati a portare sviluppo, portano invece miseria e degrado sociale. E hanno accelerato la perdita delle preziose e diversissime foreste per commerciare legname tropicale sempre più raro. 

 

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