Un recente investigazione resa nota da Global Witness, Blood Timber, ha portato alla luce come l’industria del legno europea abbia contribuito a finanziare la sanguinosa guerra Repubblica Centroafricana. Seleka è un'alleanza di milizie ribelli formatasi nel settembre 2012. Nel marzo del 2013, Seleka ha organizzato un sanguinoso colpo di stato, prendendo il potere nella Repubblica Centrafricana e nominando presidente della repubblica Michel Djotodia. Nel novembre 2013, il Guardian riportava "orrori indicibili" e "una strage degli innocenti” in atto nella Repubblica Centroafricana, mentre il mondo distoglieva lo sguardo. Il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius ha descritto il paese "sull'orlo del genocidio”. Global Witness dimostra come l'industria del legno europea abbia contribuito a finanziare le atrocità condotte contro la popolazione centroafricana. 

 


Seleka è stato esautorato dal potere nel 2014, in seguito alla formazione di un governo di transizione attualmente esistente. Ma le tragedie non sono finite per il paese africano.  All'inizio di quest'anno, l'Agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite riportava come "la crisi nella Repubblica Centroafricana si sta trasformando nella più grande crisi umanitaria dimenticata del nostro tempo". Due anni dopo il colpo di stato Seleka, nella Repubblica Centroafricana 2,7 milioni di persone hanno bisogno di aiuti umanitari.

Nel 2013, i ribelli del Seleka sono stati inviati nelle foreste pluviali del paese, dove hanno stretto accordi con compagnie del legno francesi, libanesi e cinesi. Soltanto in quell'anno, le compagnie del legno europee attive nella Repubblica Centroafricana hanno versato oltre 3,4 milioni di euro ai i ribelli per poter continuare ad indisturbate ad abbattere illegalmente le foreste, “su larga scala e con significativi profitti", come nota Global Witness. L'Europa è pa principale destinazione del legname centroafricano.
 
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