Greenpeace accoglie con soddisfazione la decisione assunta dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU per la decisione assunta di adottare un bando sulle esportazioni di legname dalla Liberia a partire dal 7 luglio. Il settore del legno liberiano svolge un ruolo chiave nell'alimentare i conflitti armati nella regione. Il Consiglio di Sicurezza ha confermato le sanzioni già  esistenti verso la Liberia, estendendole al legname.

Il bando è stato deliberato dopo una intensa campagna da parte di Greenpeace e altre associazioni, e rappresenta un importante precedente per spezzare l'intreccio tra guerre e conflitti per il controllo delle risorse. Greenpeace invita ad espandere il bando a tutto il legname che causa guerre (conflict timber) (1) ma avverte
che una vera soluzione al problema sarà possibile soltanto eliminando il degrado ambientale e sociale causato dalla deforestazione.

Dal 2000 Greenpeace svolge un lavoro di investigazione sul commercio internazionale del legname, che ha più volte dimostrato il legame tra il legname liberiano scaricato nei porti italiani e traffico illecito di armi (2). 
Greenpeace ha individuato e bloccato carichi di legname liberiano nei porti italiani ed europei, denunciandone la provenienza e chiedendo alle imprese di cessare di importarlo. Una prima proposta di bando era stata bloccata all'ONU da Cina e Francia, principali importatori dalla Liberia. Questa decisione ha fornito il pretesto a diversi
importatori per continuare il proprio commercio privo di scrupoli: l'olandese Wijma, la danese DLH, la svizzera Danzer e molti altri. 
Malgrado la federazione italiana degli importatori (Fedecomlegno) si fosse impegnata a contrastare le importazioni di legname liberiano, il nostro paese rimane il terzo importatore mondiale di tronchi dalla
Liberia. 
Il 31 marzo scorso una ispezione di Greenpeace nel porto di Ravenna aveva identificato e marcato centinaia di tronchi delle compagnie liberiane OTC e MWPI (tra le più coinvolte nel traffico illegale di armi) destinati al mercato italiano. 

Troppe imprese negli ultimi due anni hanno cinicamente continuato ad importare legname liberiano, malgrado i chiari avvertimenti da parte di Greenpeace sul legame con il traffico di armi e la devastazione dell'ambiente" ha commentato Sergio Baffoni di Greenpeace "la decisione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU porrà fine a questo
traffico a partire dal prossimo luglio, ma da oggi chi continua a importare legname liberiano si assume direttamente la responsabilità  di alimentare il conflitto regionale in Africa Occidentale."

Greenpeace chiede al governo italiano di emanare un provvedimento di  blocco immediato delle importazioni di legname liberiano.

 

 

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