Si chiamano carbon brooker. Sono veri e propri agenti commerciali, ma non trattano merci, e neppure titoli di borsa, ma un nuovo prodotto finanziario basato sul nulla: i crediti di carbonio.
Il REDD è lo schema Onu in via di definizione volto a ridurre le emissioni di gas serra provenienti dalla deforestazione e dal degrado delle foreste. Ben accolto per l'opportunità di fermare la deforestazione, il REDD è ora oggetto di contesa tra diverse impostazioni.

L'industria vede il REDD come un sistema basato sul mercato: è possibile emettere gas serra, a patto di acquistare "crediti" di carbonio. Per gli ambientalisti invece, questa rischia di diventare una scappatoia per continuare ad emettere, dato che un programma di protezione forestale costa molto di meno degli investimenti necessari a sviluppare le tecnologie per la riduzione delle emissioni. Conseguentemente, preferirebbero uno schema REDD affiancato - e non integrato -  al mercato dei crediti di carbonio.


Intanto un mercato truffaldino dei crediti di carbonio si è già sviluppato. Il ministro delle foreste indonesiano Wandojo Siswanto ha recentemente messo in guardia verso la nuova falange di brooker del carbonio, che già commercializzano i crediti  legati a progetti REDD (reducing emissions from deforestation and forest degradation). Lo schema REDD non è ancora definito, e già un esercito di piazzisti vende opzioni basate sul nulla: "offrono progetti che promettono laute entrate a governatori e sindaci di Sumatra e Kalimantan, ma non ci sono programmi, e ad oggi nelle casse dell'amministrazione non è finito un solo centesimo" ha spiegato il ministro. L'amministrazione della provincia di Aceh ha annullato uno di questi progetti pochi minuti prima della cerimonia della firma: si erano accorti in tempo che il progetto era una scatola vuota.

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