Un Atlante delle Nazioni Unite definisce con precisione parti di foreste, dall'Amazzonia al Madagascar, dove una migliore protezione della biodiversità potrebbe fornire il doppio beneficio di rallentare il riscaldamento globale e preservare specie selvatiche rare. Questo il documento presentato a Poznan, in Polonia, in occasione della Conferenza Onu sul clima, che identifica i ''punti caldi'' nelle foreste, sia per la diversita' di specie animali e di piante sia come vere e proprie cassaforti di anidride carbonica, il principale gas serra, negli alberi e nei suoli. 
''L'Atlante Carbon biodiversity dimostra le sovrapposizioni fra carbonio catturato e aree rilevanti dal punto di vista della biodiversita''', afferma Barney Dickson, del World Conservation Monitoring Centre del Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente (Unep). ''Si offre così una prospettiva di un doppio guadagno'' ha detto l'esperto, sottolineando la funzione ''guida'' dell'Atlante per i governi che decidessero di proteggere le foreste. Se un governo scegliesse di aiutare i gorilla e altri grandi primati, dovrebbero essere salvate le foreste nel bacino del Congo orientale. Mentre uccelli ed anfibi rari verrebbero aiutati proteggendo le foreste dell'Ecuador, ricche di carbonio. Tra le altre zone prioritarie, anche il bacino dell'Amazzonia, la punta del Sud Africa, la Papua Nuova Guinea Centrale, parti delle Filippine e il Madagascar. A livello mondiale, dai dati Onu la perdita delle foreste è stato di 7,3 milioni di ettari l'anno fra 2000 e 2005, un'area grande quanto la Sierra Leone o Panama. ''Per dimezzare la deforestazione ogni anno il costo stimato varia fai 7 ai 28 miliardi di dollari'' ha detto Dickson. 
 
 
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