Non accenna a placarsi il conflitto tra le compagnie del legno Sarawak e le comunità indigene, per il controllo delle foreste del Sarawak. La Sarawak Dayak Iban Association (SADIA).denuncio un nuovo arresto, ai danni  di Ondie anak Jugah, indigeno di 55 anni del popolo indigeno dei Dayak-Iban, fermato con l'accusa di aver diretto la protesta indigena contro le operazioni forestali dell'impresa forestale Melukun Sdn Bhd, nella regione di Kapit. L'arresto è avvenuto su indicazione della compagnia del legno. La polizia ha prelevato altri nove indigeni, tra cui due donne.


Si tratta solo dell'ultimo di una serie di arresti nell'ambito del conflitto che oppone gli indigeni alle compagnie del legno che si impossessano dei loro territori ancestrali. Malgrado la costituzione del Sarawak riconosca i diritti indigeni alla loro terra, in un paese dominato dalla corruzione, i funzionari governativi continuano a rilasciare permessi di sfruttamento alle imprese forestali e alle piantagioni di palma da olio, e successivamente li implementano con la violenza.


La corsa alla foresta spinge sempre più ai margini i popoli indigeni. Dayak e Penan hanno intentato centinaia di cause per proteggere le proprie foreste tradizionali dall'avanzata delle compagnie, ma le concessioni sono rilasciate direttamente dal primo ministro Abdul Taib Mahmud, che si è assicurato anche i dicasteri delle finanze e delle risorse naturali. Le foreste sono cedute a imprese di famiglia, e le autorità fanno di tutto per evitare che le azioni legali degli indigeni vadano in porto.Taib nel frattempo si è fatto nominare presidente della Sarawak Timber Industry Development Corp., il braccio statale dell'industria del legno. Il principale gruppo industriale della regione, il Cahya Mata Sarawak Bhd., è controllato da Taib attraverso le azioni possedute dai figli e dalla moglie.

 

 

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