Questa volta è la canadese Petrolifera. Mentre l'Amazzonia peruviana è scossa dalla rivolta indigena, il governo ne cede un'altra fetta alle compagnie petrolifere. Poco importa se queste foreste sono abitate da una delle ultime tribù di Indios ancora non entrate in contatto con i bianchi.i  4.000 chilometri quadrati di foresta inesplorata sono abitati dai Cacataibo. Questo gruppo è stato già diviso in due dalla superstrada che taglia a metà i loro territori.
Contro le esplorazioni della Petrolifere è già intervenuta la Commissione Inter-Americana per i Diritti Umani, che ha richiesto la fine dei test sismici con la dinamite. "il Perù continua a ignorare i diritti, le vite e la sopravvivenza dei suoi cittadini più vulnerabili" ha commentato  Stephen Corry, direttore generale di Survival International.
Ma il ministro dell'ambiente Antonio Brack non ha dubbi: il suolo (e sottosuolo) amazzonico non appartiene agli indigeni. Giacimenti petroliferi e gas naturale sono priorità nazionale, e quando è in ballo la sicurezza energetica, il governo non tratta con nessuno, ha dichiarato il ministro. Insomma, di fronte alla rivolta indigena, nessuna trattativa e linea dura. E così "saranno sospesi i diritti costituzionali relativi alla libertà e alla sicurezza personali, l’inviolabilità di domicilio, la libertà di riunione e di transito". Bye bye Amazzonia.
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