Il 2009 ha visto una improvvisa recrudescenza del conflitto tra Indios e grandi proprietari terrieri. Lo rivelano i dati divulgati dalla Commissione Pastorale della Terra: negli ultimi due anni il le vittime dei conflitti per il controllo della terra ammontano a 23. Nella maggior parte dei casi i mandanti sono tuttora a piede libero e in molti casi anche gli esecutori materiali.
La Commissione denuncia inoltre la presenza di milizie paramilitari assoldate dai proprietari terrieri, soprattutto nelle aree interne del Pernambuco. Ma anche in molte aree, soprattutto ai confini della foresta, gruppi di pistolero vengono assoldati dai latifondisti per scacciare le comunità indigene e contadine dai loro territori.
Recentemente gli studiosi della Facoltà di Diritto dell'università federale del Ceará ha denominato "razzismo ambientale" il nuovo fenomeno. Secondo la loro analisi si tratterebbe di un fenomeno nuovo. L'espansione agricola si scontra con i limiti naturali del paese, e la terra non è più infinita. Il conflitto per la terra riprende con tutte le sue implicazioni, compreso l'assalto alla foresta e le campagne razziste nei confronti degli Indios.

In questo clima prende corpo una nuova campagna di razzismo anti-indigeno. Survival ha recentemente denunciato la presenza su YouTube di un video girato da una setta missionaria fondamentalista statunitense, "Youth with a mission", che ha una sede in Brasile. Il documentario descrive gli Indios brasiliani come dediti a pratiche di infanticidio. I numerosi commenti razzisti al video confermano le intenzioni degli autori del video.

Se le attività di Youth with a mission" sono un caso estremo, la "Legge di Muwaji" proposta dalla potente lobby agraria si muove sugli stessi presupposti: prevedendo l'obbligo di segnalare eventuali pratiche tradizionali potenzialmente "pericolose" lascia intendere che tra gli Indios siano prevalenti pratiche barbariche, e che queste vadano represse.

Una recente sentenza del Tribunale Supremo Federale assicura al governo il diritti di decidere sulla costruzione di basi militari, sullo sfruttamento delle risorse energetiche e delle altre ricchezze del sottosuolo, senza coinvolgere i proprietari tradizionali delle terre. Questo rappresenta un sostanziale passo indietro rispetto al diritto indigeno al controllo sui propri territori, proprio mentre sono in discussione numerosi progetti di sfruttamento intensivo delle aree indigene per l'estrazione mineraria, la costruzione di centrali idroelettriche e attività di disboscamento.

Gilmar Mendes, presidente del Tribunale Supremo Federale (Sft) e vicino all'ex presidente Henrique Cardoso, è   proprietario terriero nel Mato Grosso, e ha sempre punito con durezza le recenti manifestazioni di protesta contro la deforestazione indiscriminata, l'utilizzo degli agrotossici e lo sfruttamento del lavoro schiavo nelle zone rurali del paese. Nominato dallo stesso Cardoso alla presidenza del Tribunale nonostante il parere contrario di ben 42 procuratori della repubblica dell'Unione, ha promosso gli interessi della lobby agraria, trattando on i guanti bianchi i responsabili degli omicidi agrari, e usando la mano pesante verso i movimenti contadini brasiliani, in particolare i Sem terra.

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