Centinaia di Indios brasiliani protestano contro la Coppa del Mondo, marciando per le strade di Brasília e nei dintorni di Mané Garrincha, lo stadio di calcio della capitale, chiedendo la protezione delle loro terre. Ma sulla strada hanno incontrato la polizia che, in assetto antisommossa, non si è mostrata tollerante, come morta il video pubblicato da New York Times.

 

Mentre di milioni di dollari vengono spesi per ospitare la Coppa del Mondo, non ci sono soldi per la demarcazione delle terre indigene, vitali alla loro sopravvivenza.

Una delegazione di 18 manifestanti indigeni ha incontrato ieri il ministro della Giustizia. La tribù Guarani , il principale gruppo indigeno del Brasile, che soffre di tassi altissimi di malnutrizione ed è minacciata da un’ondata di suicidi: le loro terre, rubate per far posto a vaste piantagioni di canna da zucchero, non torneranno mai più. I loro leader sono spesso presi di mira e uccisi da uomini armati che pagati dai proprietari terrieri.

I nativi chiedono la loro terra sia delimitata come previsto dalla legge, prima che altre vite si perdono , e chiedono la cancellazione di una serie di progetti di legge che, se approvati, indebolirebbero drasticamente i loro diritti alla terra.

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