16 dicembre 2005 - Ieri mattina, oltre un centinaio di poliziotti federali hanno sfrattato dalla loro terra gli indiosGuaraní-Kaiowá di Ñanderú Marangatú, nel Mato Grosso do Sul. Nel marzo di quest'anno, Ñanderú Marangatú è stata ufficialmente riconosciuta come terra guaraní- kaiowá ma gli allevatori stanno ora contestando la demarcazione presso la Corte Suprema brasiliana.
Gli elicotteri della polizia volteggiavano a bassa quota mentre i quattrocento indios venivano costretti a lasciare l'area con la forza. Il presidente del Brasile Lula aveva firmato la demarcazione dell'area nel mese di marzo. Erano ormai molti anni che gli indios, che vivevano ammassati in un minuscolo appezzamento di terra di soli nove ettari, mantenevano viva una campagna internazionale per vedersi restituire la loro terra. Nel processo di demarcazione, solitamente la firma del presidente costituisce l'ultimo atto formale.
Lo sfratto fa riaffiorare lo spettro della fame tra i Guaraní che, nei primi mesi dell'anno, erano stati citati nelle prime pagine di alcuni giornali dopo che decine di bambini erano morti di fame proprio a causa della mancanza di terra.
Gli indios sono stati relegati in un angolo di Ñanderú Marangatú grande circa trenta ettari. Dato che non c'è abbastanza spazio per tutti, molti stanno costruendo dei ripari provvisori lungo i cigli della strada. Dopo il riconoscimento di marzo, gli indios avevano dedicato la maggior parte del loro tempo a piantare orti e colture sulla terra riconosciuta legalmente come loro.
Uno degli uomini Guaraní sfrattati ha oggi raccontato a Survival lo svolgersi dei fatti: "Gli elicotteri volavano molto bassi. I bambini gridavano e piangevano. Tre persone sono svenute e sono state portate in ospedale. Piangevano
tutti, addossati ai lati della strada, sotto il sole cocente, senza ripari. Non abbiamo niente da mangiare. Gli allevatori hanno approfittato dei momenti di assenza della polizia per bruciare tutto il nostro cibo, i nostri vestiti e i documenti. Hanno anche bruciato quindici case. Le uniche cose che ci sono rimaste sono i vestiti che abbiamo addosso".
"E' stato terribile. Non si è trattato di un trasferimento pacifico, come racconta la stampa brasiliana. Siamo tutti traumatizzati. Io c'ero e ho visto. La gente dice che si toglierà la vita".
Due giornalisti della televisione di stato dei Paesi Bassi, che erano sul posto al momento degli sfatti, sono stati arrestati.
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