Gli indios Guaraní-Kaiowá di Cerro Marangatu in Brasile hanno riottenuto le loro terre dopo 50 anni. La scorsa settimana, il ministro della giustizia brasiliano ha firmato un decreto di legge per la demarcazione di 9.300 ettari di terra dell'area Cerro Marangatu, sottratta ai Guarani-Kaiowá dagli allevatori negli anni '50. 
 
Per decenni, i 400 Guarani-Kaiowá di Cerro Marangatu sono stati costretti in solo nove ettari di terreno, in condizioni terribili. La mancanza di terra portò la fame e al collasso della società; i bambini piccoli morirono a causa della malnutrizione e alcuni si suicidarono per la disperazione. Ottenuta la demarcazione e completato il processo i riconoscimento delle terre indigene, i Guaraní-Kaiowá di Cerro Marangatu potranno finalmente ricostruire la loro comunità. 
Per le altre comunità Guarani-Kaiowá, la lotta per i diritti alla terra continua.
I Guaraní-Kaiowá di Takuára sono accampati ai lati di una strada, dopo che la polizia armata e i soldati li hanno cacciati dalla loro terra natale. Quando ancora vivevano a Takuára, il loro leader Marcos Veron aveva dichiarato: 'La mia vita è qui. Anche la mia anima. Se mi caccerete da questa terra vi prenderete la mia vita.' Suo figlio ci ha raccontato che ora Marcos Veron sta pensando al suicidio. 

I Guaraní hanno un tasso di suicidi tra i più alti del mondo. Su di una popolazione di 30.000, oltre 330 persone si sono tolte la vita negli ultimi 17 anni. 

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