La Corte d'Appello malese ha ribaltato una decisione presa nel 2001 dall'Alta Corte del paese, che riconosceva i diritti territoriali agli Iban, popolo del Sarawak.
Le compagnie che producono carta e polpa di cellulosa hanno da tempo disboscato la terra degli Iban per piantarvi alberi di acacia e, a tutt'oggi, continuano liberamente ad operare nell'area.

La corte ha confermato il diritto dei popoli indigeni a rivendicare la proprietà delle loro terre ma ha decretato che gli Iban non possono appellarsi a questa legge perché le immagini scattate durante una ricognizione aerea nel 1951, mostrano che il loro territorio era all'epoca ricoperto di foresta vergine, e non di terreni coltivati. 
"La condizione base che determina la legittimità di una rivendicazione territoriale nel diritto consuetudinario", ha specificato la Corte d'Appello, "è l'occupazione continua del territorio. La richiesta, dunque, non può essere estesa ad aree dove i nativi sono soliti vagabondare alla ricerca di cibo per la loro sopravvivenza, secondo le loro tradizioni".

"Tale punto di vista è logico perché, in caso contrario, enormi aree dovrebbero essere assoggettate al diritto nativo semplicemente perché alcuni indigeni, oggi o in passato, le hanno attraversate o utilizzate per raccogliervi cibo".La corte in questo modo ha rifiutato il riconoscimento dell'intero stile di vita delle popolazioni indigene, in violazione delle convenzioni internazionali in materia.
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