Nel corso degli ultimi anni, gli incendi dolosi in Nord Africa hanno registrato un sensibile aumento. La causa principale di tali incendi è la produzione di carbone, che si ottiene bruciando legna lentamente, in fuochi coperti da terra. In passato, la popolazione locale raccoglieva legna secca localmente, senza impatti sulla foresta. Ma la recente crescita della domanda di carbone, e quindi del suo prezzo, rappresenta n forte incentivo alla crescita della sua produzione. Il risultato è una crescita esponenziale degli incendi ai danni degli ecosistemi forestali, che svolgono un ruolo importante nel benessere della popolazione e ospitano una unica biodiversità.

La festa religiosa del sacrificio (Eid al-Adha) è una importante celebrazione nella religione islamica durante la quale viene sacrificata una pecora, una sorta di tradizionale grigliata a cui spesso vengono invitati poveri, passanti, oltre che amici. Quest'anno in Algeria, il numero di incendi ha raggiunto il picco proprio il 27 luglio, quattro giorni prima della festa dell'Eid al-Adha: 66 incendi simultanei estesi  su venti province. Nei prossimi anni il bilancio potrebbe peggiorare, perché Eid al-Adha si terrà nel mezzo dell'estate, quando gli incendi boschivi sono più probabili e più difficili da contenere.

Il modello di business per la produzione di carbone rappresenta una minaccia per la salute delle foreste del Nord Africa, perché il reddito del carbone venduto aumenta con le dimensioni dell'area sfruttata. È probabile che gli incendi deteriorino il suolo, intensifichino la desertificazione e aggravino il cambiamento climatico. Una foresta mediterranea richiede diversi decenni per recuperare e ripristinare nuovamente il suo equilibrio. Il cambiamento climatico ha già aumentato la superficie degli incendi nella regione e l'aumento dei disturbi antropici legati alla produzione di carbone potrebbe piegare definitivamente la capacità di recupero dell'ambiente, dell'economia e del benessere umano.

 

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