Una delle ultime foreste intatte dell'Europa è in pericolo. Białowieża è l’unica grande foresta millenaria di pianura rimasta in Europa. Questa foresta ospita gli alberi più grandi del continente, e l’ultimo grande mammifero selvatico d'Europa, il bisonte. Solo una piccola parte di questa foresta (il 16 per cento) è protetto dallo status di parco nazionale e altre parti sono protette dall’Unione Europea e come sito del patrimonio mondiale dell'Unesco. Il resto è considerato "foresta commerciale" e il governo polacco ne vuol fare una mera cava di legname. Negli ultimi anni, infatti, gli ambientalisti hanno vinto la battaglia per mettere sotto controllo il taglio degli alberi: le comunità locali e il governo possono abbattere e raccogliere solo una quota di legname ogni anno. Il nuovo ministro dell'ambiente Jan Szyszk però ha deciso di aprire la foresta al taglio commerciale, guarda caso proprio quando la quota prevista è stata già raggiunta. Il ministro sostiene che il legno resti "marcire" in quanto gli abeti vengono uccisi dal Bostrico dell’abete, un coleottero che divora la corteccia dell’abete rosso. In gioco però non ci sono gli abeti rossi in decomposizione, ma evidenti interessi commerciali. E infatti gli scienziati hanno sbugiardato le ragioni "scientifiche" del taglio promosse dal governo polacco: "Se permettiamo che diventi una foresta produttiva, perderà il suo valore e la sua biodiversità". dice Rafał Kowalczyk, direttore dell’Istituto di ricerca sui Mammiferi di Białowieża, intervistato dal Guardian "Ci vorranno centinaia di anni per porre riparo a questa distruzione"

Come spiega Kowalczyk, l'abete rosso ha radici poco profonde, e soffre per i terreni divenuti più aridi in seguito al cambiamento climatico. Questo è il motivo per cui questo albero è ha perso le difese verso il famigerato coleottero. Si tratta a questo punto di un processo naturale per la creazione di una foresta più resistente: in aree dove abete non riesce a rigenerare, sarà rapidamente sostituito da altre specie - come carpine e tiglio - più adatte alle nuove condizioni ambientali. Inoltre, una foresta naturale è e deve essere ricca di legno morto: non è uno spreco, come sostiene il ministro, ma un habitat essenziale per un gran numero di invertebrati e di altri animali. Per esempio, il picchio tridattilo è quattro volte più raro nella parte commercialmente della foresta di Białowieża, dove gli alberi morti sono più raro.

Ampi tratti della foresta di Białowieża sono unici perché non sono mai stati abbattuti, ma la foresta non è tutta millenaria. Infatti questo grande paesaggio forestale sostiene una popolazione umana che si sostiene col turismo, con la produzione di miele, la raccolta di funghi, la caccia e un moderato prelievo di legname. Lo scontro tra natura intatta come spreco contrapposto alle necessità delle comunità locali non è che un pasticcio demagogico di nessun valore scientifico. Il coleottero in realtà viene usato come pretesto per interessi commerciali che hanno ben poco a che vedere con il benessere delle comunità locali.
 
In realtà solo il 57% devoluti da abbattere hanno a che fare con alberi compiti dal coleottero, il cui legno è economicamente inutilizzabile. Le imprese del legno sono invece interessate agli albori sani, possibilmente ai grandi alberi secolari. Ma il guadagno dei venditori di legname è nulla in paragone al valore dell’ultima grande foresta di pianura ancora intatta. E gli scienziati avvertono che aprire al taglio anche aree limitate rischia di spazzare via intere specie. Inoltre, secondo gli scienziati, il parco di Białowieża è ancora troppo piccolo per sostenere alcune specie: 100 chilometri quadrati di parco a fronte di habitat, come quello della lince, che si estendono comunemente intorno ai 300 chilometri quadrati. Insomma, sostengono gli scienziati, il parco va esteso, e fette più ampie di foresta protette. 
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