Le mangrovie del Vietnam si sono ridotte a 166.000 ettari, il 60 per cento in meno rispetto al 1940, secondo quanto riportato da uno studio del dipartimento sviluppo forestale del Ministero dell'Agricoltura. Secondo Nhu Van Ky, funzionario del dipartimento, le foreste costiere di mangrovie costiere sono state decimate dall’allevamento dei gamberi. Questa produzione di è massicciamente diffusa nelle province di Tra Vinh, Bac Lieu e Ca Mau, e vaste aree di foresta costiera sono state distrutte.

Altre foreste, secondo Nhu Van Ky, sono state abbattute per fare posto all’agricola e alla costruzione di aree industriali e infrastrutture portuali. Anche ii programmi statali di rimboschimento sono risultati deludenti: solo una metà delle piante messe a dimora è riuscita a crescere.

Le aree costiere sono quelle più propense allo sviluppo industriale, e le mangrovie rischiano quindi di sparire per sempre. Oramai, vaste zone sono soggette alla penetrazione di acque saline, a causa del cambiamento climatico e della protezione naturale offerta dalle foreste di mangrovie. "Il mare si sta espandendo sulla terraferma - spiega Tran Thanh Cao, dell’Istituto di Scienze Forestali del Nord - Nel frattempo, sempre più impianti idroelettrici sono stati costruiti sul corso superiore del Delta del Mekong, assieme a numerosi impianti produttivi, i cui scarichi danneggiano seriamente il delicato ecosistema salmastro delle mangrovie”.

Secondo Pham Huy Thong, dell’Istituto Nazionale per lAgricoltura, sono pronte strategie efficaci di riforestazione, con l’obiettivo di creare 330.000 ettari di foreste protette di mangrovie costiere entro il 2015 e 500.000 ettari entro il 2025.  Ma nel frattempo, centinaia di chilometri di costiera sono affetti da grave erosione del suolo, con gravi minacce per sicurezza della popolazione locale.

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