Le associazioni chiedono al Governo di fermare lo smembramento del Parco Nazionale dello Stelvio. "Siamo estremamente preoccupati per le sorti di una delle nostre più antiche e celebrate Aree Protette, posta al confine tra Trentino Alto Adige e Lombardia, e comunicante con il Parco Nazionale Svizzero dell'Engadina".


Inizia così la lettera aperta che le associazioni Club Alpino Italiano, CIPRA Italia, Federparchi, LIPU, Legambiente, Mountain Wilderness Italia e WWF Italia hanno inviato al Ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo per chiedere al Governo di intervenire al fine di evitare lo smembramento del Parco nazionale dello Stelvio.
A sollevare la preoccupazione delle associazioni è l'accordo siglato il 30 novembre dalla 'Commissione dei 12' (la Commissione Paritetica tra Stato e Province Autonome di Trento e Bolzano) che prevede una spartizione di competenze tra enti locali: in pratica vengono modificate le funzioni delle Province Autonome di Trento e Bolzano, attribuendo loro alcune di quelle statali inerenti la gestione del parco dello Stelvio.
Con questa decisione, come afferma il WWF, il parco "viene sostanzialmente declassato a parco interregionale con fortissimo rischio di perdere strategia unitaria".
"Riteniamo che questo accordo leda fortemente gli interessi della Conservazione della Natura nel nostro Paese, senza risolvere alcuno dei problemi con il quale il Parco si dibatte da anni, e senza prefigurare - nemmeno in lontana prospettiva - una governance unitaria, efficiente ed efficace", si legge nella lettera delle associazioni che chiedono al Governo di non approvare, nel prossimo Consiglio dei Ministri, quanto deliberato il 30 novembre.
Intanto, a ridosso del voto di fiducia-sfiducia di domani, si fanno strada dubbi sulle motivazioni di questo accordo. Sul Fatto Quotidiano di oggi si legge che "Silvio Berlusconi è pronto a offrire a deputati e senatori altoatesini, quelli della Sudtiroler Volkspartei (Svp), in cambio della loro astensione nel voto di fiducia del prossimo 14 dicembre" lo smembramento del Parco dello Stelvio. In base a questa versione, insomma, i deputati coinvolti in questo 'scambio' sarebbero proprio i diretti interessati a guadagnarci se la gestione del Parco passasse in mano agli enti locali.
Ma l'accordo sarebbe "un salto nel buio, che segnerebbe l'avvio di un inesorabile declino per quest'area protetta ponendosi in aperta contraddizione con qualsiasi strategia per la tutela della biodiversità nel nostro Paese" scrivono le associazioni.

 

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