L’Alberta brucia. Le foreste canadesi sono colpite da uno dei più terribili incendi della storia. Iniziato in un'area ricca di bacini bituminosi, dilaga ora su circa mille chilometri quadrati, nelle ultime 48 ore il rogo si è propagato per oltre 200mila ettari. L’incendio è talmente intenso che perfino alberi verdi come i pioppo bruciano all’improvviso, in una sorta di rumorosa esplosione.

 A questo livello di intensità delle fiamme, al di sopra dei 10.000 kilowatt per metro, le convenzionali misure antincendio sono inutili, perché il fuoco divora tutto, anche l’acqua, e i 145 elicotteri e 22 canadair risultano poco efficaci. 

Il governo ha proclamato lo stato di emergenza e varato un ordine di evacuazione per l'intera città di Fort McMurray, a circa 2.600 chilometri a nord-ovest di Toronto e capitale dell'area petrolifera del Canada, dove si estraggono le sabbie bituminose. L'unica autostrada che collega la città con il sud della provincia di Alberta è stata interrotta a causa delle fiamme, per cui la via di evacuazione per i residenti è quella che va in direzione nord. 
"L'incendio è enorme e pericoloso e continua a nutrirsi di una foresta boreale estremamente secca", ha spiegato il ministro per la Pubblica sicurezza Ralph Goodale, mentre la premier della provincia di Alberta, Rachel Notley, non ha usato giri di parole: "Questo incendio è fuori controllo”. 
 
El Niño e il crescente cambiamento climatico hanno entrambi contribuito ai devastanti roghi forestali dell’Alberta, portando una stagione secca anticipata e particolarmente intensa. Quest’anno la provincia canadese ha subito 330 incendi forestali, il doppio della media.
 
Le foreste bruciano in parte a causa del cambiamento climatico, che ha esteso le stagioni secche, ma anche a causa di pratiche di prevenzione degli incendi, che paradossalmente hanno interrotto il ciclo naturale del fuoco, preparando il terreno per incendi molto più concentrati, sostengono gli esperti forestali della zona.

 

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