Greenpeace è soddisfatta per l'assegnazione del premio Nobel a Wangari Maathai. E' la prima volta che viene premiata una donna africana ed è significativo che questo avvenga per una battaglia in difesa delle foreste. Il taglio illegale ha spinto per anni alla distruzione delle magnifiche foreste africane. Migliaia di chilometri di strade aprono foreste incontaminate al degrado e alla caccia di frodo e l'Italia è il primo importatore europeo di legname africano, per la metà legno illegale" ha commentato Sergio Baffoni, campagna foreste di Greenpeace. In Africa quel poco che resta delle grandi foreste è già stato ceduto alle multinazionali che deforestano e sono proprio le donne a pagarne il prezzo più alto.

Oggi, comunque, per Greenpeace è una giornata di doppia soddisfazione anche per l'inserimento del ramino nell'Appendice II della Cites, la Convenzione che regola il commercio internazionale delle specie minacciate, la cui
riunione annuale è in corso a Bangkok. L'Appendice II consente il commercio in forme strettamente regolamentate, basate su singoli permessi di esportazione da verificare alle frontiere. "Ora c'è una speranza che le foreste di ramino, che sono l'habitat degli oranghi e delle tigri di Sumatra, non vengano più devastate per il commercio di questo legname, destinato a cornici, finestre e battiscopa" afferma Baffoni.

L'Italia è un grande importatore di ramino, consumandone tra i 25 e i 30.000 metri cubi l'anno, circa quanto l'intera produzione mondiale legale di questo legno. Un dato che suscita inevitabili dubbi sull'origine interamente legale del ramino consumato in Italia. Con la decisione presa oggi Paesi come la Malesia, Singapore e l'Indonesia avranno lo strumento legale per fermare il traffico illegale di legname. La Malesia, dopo svariati tentativi di bloccare gli sforzi internazionali per salvare il ramino, in seguito alle denunce presentate da Greenpeace sulla sua complicità nel traffico di ramino con l'Indonesia, ha annunciato il suo impegno a contrastare questo tipo di illegalità. Ora Greenpeace chiede al governo di implementare quanto prima le misure di controllo sul ramino, e di dotarsi di strumenti legislativi per fermare il legno illegale da ovunque esso provenga.

 

 

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