Foreste addio. Le piantagioni di canna da zucchero si espandono nelle regioni pianeggianti della costa pacifica, sul fertile suolo vulcanico. 14 impianti di raffinazione sono alimentati da 216.000 ettari di piantagioni, la stessa superficie dell'intero distretto della capitale, e le piantagioni continuano a espandersi, ai danni della foresta tropicale. A ogni raccolto, le canne vengono bruciate, mentre le acque dei fiumi vengono deviate per alimentare gli zuccherifici.
Durante la stagione delle piogge, i canali di irrigazione veicolano inondazioni dei villaggi, e diffondono i pesticidi nell'intera zona, minacciando le delicate foreste di mangrovie della costa.

Tra le vittime dello zucchero, il santuario della fauna selvatica di Bocas del Polochic, avvelenato dai pesticidi dello zuccherificio della Guadalupe.
"Non ci sono più terre disponibili, abbiamo raggiunto il limite" ha dichiarato Armando Boesche, manager dell'associazione guatemalteca dei coltivatori di canna (Asazgua - Asociación de Azucareros de Guatemala). Ma l'avanzata continua, alimentata dalla nuova richiesta di biocarburanti, e costellata di estinzioni.

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