L'acquisizione da parte della Daewoo di 1,3 milioni di ettari di terreno, pari a oltre la metà della terra coltivabile del Madagascar, ha scatenato la rivolta nel paese. Enormi manifestazioni sono sfociate in scontri di piazza, con decine di vittime. Il ministro dell'Interno, Gervais Rakotonirina, ha annunciato la rimozione del sindaco di Antananarivo, leader dell'opposizione.
In base all'accordo siglato col governo malgascio, la multinazionale coreana avrà pieno diritto sui terreni per 99 anni. La  Corea del Sud ha fame di terra, e l'ha trovata in Madagascar. In questo paese però, i diritti di proprietà sulla terra sono incerti, e i contadini temono di perdere i propri campi. Ma in pericolo sono soprattutto le foreste, in quanto, secondo il manager della Daewoo Hong, "si tratta di terra totalmente non sviluppata, incontaminata. E noi daremo lavoro rendendola coltivabile, e questo è buono per il Madagascar". Quello che il signor Kong omette è che la maggiore ricchezza del Madagascar consiste in un patrimonio biologico unico al mondo. Il Madagascar infatti ospita da solo il 5% delle specie animali e vegetali del mondo, l'80% delle quali sono specie endemiche, ossia si trovano solo sull'isola e in nessuna altra parte del mondo. Fra gli esempi più noti di questa eccezionale biodiversità ci sono la famiglia dei lemuri, tre famiglie endemiche di uccelli, le numerose specie di camaleonti e i tipici baobab. 
L'impresa automobilistica coreana non si interessa all'agricoltura a caso: le terre del Madagascar non dovranno fornire cibo per i malgasci, né per i coreani, ma mais e olio di palma, per il biodiesel, l'oro liquido che dovrà sostituire il petrolio, ormai agli sgoccioli. 
L'accordo è contestato anche dai contadini coreani, che vedono sempre più terreni ceduti all'industria.
Intanto, a 80km dalla capitale, la canadese Sherritt International ha avviato la costruzione di una delle più grandi miniere di nichel e cobalto del pianeta. L'impianto sorgerà in un'area che ospita 1.400 specie di piante da fiore, 14 specie di lemuri e oltre 100 di rane, la maggior parte delle quali endemiche. 

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