Rio de Janeiro, Data 10 aprile 2004 - Il progetto del gasdotto sarà subordinato a una seria valutazione di impatto ambientale. Grazie alla mobilitazione internazionale degli Amici della Terra, il Governo brasiliano ha deciso di interrompere l'iter autorizzativo per la costruzione del gasdotto Uruco-Porto Velho tra gli Stati di Amazonas e di Rondonia, nel cuore della foresta amazzonica.
Il progetto prevede la realizzazione di un gasdotto che, partendo dai pozzi di Uruco in Amazonas e snodandosi lungo un percorso di 530 km, andrebbe ad alimentare la centrale elettrica di Porto Velho, capitale della Rondonia. La costruzione dell'impianto è affidata all'impresa petrolifera pubblica brasiliana Petrobas. Per rifornire la centrale di Porto Velho, la Petrobas ha già costruito, sul fiume Madeira, una idrovia per il trasporto via nave di gas liquido.
Contro la costruzione del gasdotto si è costituito un forte schieramento, che vede in prima fila gli Amici della Terra, altre associazioni ambientaliste brasiliane e lo stesso Governo dell'Amazonas, secondo il quale la centrale può e deve essere alimentata con gas trasportato attraverso l'esistente Idrovia. Inoltre, affermano gli Amici della Terra ", la costruzione del gasdotto andrebbe a incidere sulle zone più remote della foresta pluviale, mettendo a rischio habitat ancora intatti; l'infrastruttura passerebbe su territori abitati da alcune tribù indigene, che hanno avuto pochissimi contatti con l'esterno e che, quindi, sono estremamente vulnerabili al contagio di malattie, non pericolose per i "bianchi", ma mortali per esse (in precedenti casi di colonizzazione, tra gli indios si è registrata una mortalità pari tra il 60 e l'80%); infine, esso spianerebbe inevitabilmente la strada a progetti abusivi di deforestazione e allevamento: in aree così impervie e isolate è, infatti, molto difficile effettuare controlli e far rispettare la legge".
Con una valutazione di impatto ambientale molto affrettata, l'Agenzia Federale per l'Ambiente (IBAMA) stava completando l'iter autorizzativo attraverso consultazioni pubbliche, senza però assicurare il coinvolgimento di tutti gli attori interessati. Gli Amici della Terra - Amazzonia Brasiliana e il Governo di Amazonas chiedevano all'IBAMA di rinviare le consultazioni, ma inutilmente.
Il 4 novembre, quando mancavano solo tre giorni all'inizio delle consultazioni, gli Amici della Terra (presenti in 66 paesi di tutto il mondo) si sono mobilitati ed hanno inviato una valanga di messaggi di protesta al direttore dell'IBAMA e al Presidente del Brasile per fermarle. In soli tre giorni il Governo Brasiliano è tornato sui suoi passi e ha rinviato la consultazione al prossimo febbraio.
Nel ringraziare tutti coloro che hanno partecipato all'iniziativa, Roberto Smeraldi, Direttore degli Amici della Terra - Amazzonia Brasiliana, ha osservato che "questo primo successo dimostra che reagire subito, anche a distanza, contro iniziative pericolose per l'ambiente è importante e utile, e che insieme si può fare la differenza. La campagna tuttavia non è finita e per fermare il gasdotto verranno via via proposte nuove iniziative, cui gli Amici della Terra invitano a partecipare tutti coloro che hanno a cuore la salvezza della foresta amazzonica".
 
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