Amsterdam, 14 maggio 2007 - attivisti di Friends of the Earth hanno partecipato all'assemblea degli azionisti della Shell all'Aia, presentando all'impresa il conto per i danni ambientali causati e non riparati, e richiedendo che parte dei 25 miliardi di dollari di profitto dell'impresa siano impiagati a riparare di danni creati in Nigeria e Irlanda. Il solo costo dei danni causati dalla Shell al delicato sistema della foreste palustre di mangrovie in Nigeria consisterebbe in diversi miliardi di dollari. Milioni di litri di petrolio si sono riversati nella foresta a causa di danni alle strutture e agli oleodotti, mentre la pratica di bruciare il gas, oltre a causare un notevole impatto climatico, ha provocato la dispersione di gas tossici e il fenomeno delle piogge acide. Come risultato sono stati danneggiati raccolti, avvelenate falde di acqua potabile, e danneggiate per sempre pozioni di foresta costiera.

Se la Shell vuole davvero presentarsi come impresa responsabile, deve iniziare accettando le proprie responsabilità  - ha commentato Anne van Schaik, di Friends of the Earth Olanda- "Altrimenti la propria comunicazione socialle potrà essere denunciata come propaganda ingannevole".

Il 14 novembre 2005 la Corte Federale della Nigeria aveva dichiarato che la pratica di bruciare il gas residuo dell'estrazione petrolifera rappresenta una grave violazione al diritto alla vita ed alla digintà  garantiti dalla Costituzione, e dichiarato tale pratica come anticostituzionale.

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