Una ricerca condotta dal biologo Matongo Mundia (Agrofuel in Africa - gli impatti sulla terra, sulla sicurezza elementare e sulla foresta" mette l'accento sugli impatti dell'espansione delle colture energetiche, e in particolare la Jatropha per il biodiesel, mentre la canna da zucchero il sorgo dolce e la cassava per il bioetanolo. "Come per il resto del continente, in Zambia la spinta alle coltivazioni finalizzate alla produzione di biodiesel è incentivata da progetti volti a sostenere lo sviluppo sociale e economico, ma non è chiaro se gli agrocarburanti prodotti saranno destinati al mercato interno o all'esportazione."

Il governo dello Zambia ha spinto verso l'introduzione nel paese della produzione di biocarburanti, attraverso incentivi quali l'obbligo di una percentuale minima di biodiesel nel carburante. Tra i principali produttori la britannica D1 Oils. "Sembra che imprese come la D1 Oils promuovano i biocarburanti nel mercato interno per aprire le porte a una produzione massiccia finalizzata principalmente al mercato estero -  commenta  Matongo Mundia -  In questo modo non avvantaggerà molto lo Zambia, che non ha impianti di raffinazione. La stessa D1 Oils sta costruendo i propri impianti in Sudafrica. Insomma, i prezzi saranno decisi dai produttori esteri".

La conversione dei terreni ad uso agricolo per la produzione di biocarburanti minaccia di avere forti impatti sulla vita dei contadini, sulla sicurezza alimentare, sulle foreste e sulle comunità indigene. La legge sulla terra varata nel 1995 assicura agli investitori la possibilità di appropriarsi di terre delle comunità tradizionali. Il governo dello Zambia ha più volte dichiarato di voler adottare una politica della terra ancor più orientata al mercato"
Il 66 per cento dello Zambia è composto da foreste e boscaglie, essenziali nella formazione dei corsi d'acqua e nella preservazione di numerose specie animali, ma il tasso di deforestazione nel paese è crescente. L'espansione del biodiesel non troverà molti ostacoli. Il governatore della provincia del Copperbelt ha recentemente annunciato la privatizzazione delle riserve forestali, per destinarle a finalità produttive.

Per queste ragioni tra i contadini cresce una opposizione all'espansione degli agrocarburanti. Nel novembre 2007 diverse associazioni africane hanno richiesto una moratoria all'espansione delle colture finalizzate alla produzione di biodiesel.

"Dobbiamo proteggere la sicurezza alimentare, le foreste, l'acqua e i diritti alla terra per i piccoli contadini e le comunità indigene dall'aggressiva marcia dei biocarburanti, che divorano la nostra terra a una velocità crescente" recita l'appello.

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