Dopo anni e anni di proteste inascoltate, la Corte dei Conti ha dato ragione agli ambientalisti che si battono per la protezione della Foresta del Cansiglio, nota per la sua gestione da parte della Repubblica Veneta. 

Situata a cavallo di Veneto e Friuli-Venezia Giulia, tra le province di Belluno, Treviso e Pordenone, la foresta dominata da antiche  faggete, era gestita da un Capitano Forestale insediato dalla Serenissima, che controllava lo sfruttamento delle risorse boschive, usate soprattutto alla fabbricazione di remi. Negli anni recenti la foresta è stata fatta oggetto di interessi commerciali volti alla privatizzazione delle aziende agricole, dei pascoli, dei ristoranti e del Rifugio.

La Foresta del Cansiglio è un demanio forestale di primaria importanza inserito già nei primi elenchi dei beni pubblici dichiarati inalienabili appena creato il Regno d’Italia. La Corte dei Conti ha confermato tale status, dichiarando bene demaniale non vendibile l’ex albergo San Marco, che la Regione voleva cedere a privati, malgrado l'esistenza di un imprenditore disposto a prenderlo in affitto, ristrutturarlo e a rimetterlo in funzione. Inoltre è stata resa definitiva la decisione del Ministero per l’Ambiente che ha sentenziato come inammissibile lo scorporo dei due villaggi cimbri di Vallorch e de Le Rotte per scorporare dalla Riserva Biogenetica. Il bene demaniale non è frammentabile.

La protezione della foresta è un successo delle battaglie condotte dall' Ecoistituto del Veneto Alex Langer e da Mountain Wilderness, e annunciato nell'ultimo numero di Tera e Aqua.

 

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