I sindaci dell’Alpago e della pedemontana trevigiana del Cansiglio vogliono un investitore che acquisti dalla Regione l'hotel San Marco e lo trasformi n un centro benessere? «Si accomodino» hanno reagito i promotori della prima festa popolare del Cansiglio, davanti ai 2 mila tra veneti e friulani saliti sull'altopiano, nonostante il brutto tempo e che neppure un violento acquazzone ha fatto scappare.


Ne erano attesi 300, domenica 19 giugno, non di più, per protestare contro la vendita (o la svendita?) del San Marco, chiuso da due decenni ed in precarie condizioni, ne sono arrivati cinque volte tanto. Un’autentica sorpresa, che ha colto impreparati anche gli organizzatori, da Mountain Wilderness all'Ecoistituto del Veneto, passando per Radio Gamma5.

«Questo dimostra com’è condiviso e popolare il sentimento di una protezione assoluta per questa foresta» ha commentato Michele Boato, presidente dell'Ecoistituto e autore di una lettera aperta al governatore del Veneto Zaia, per dirgli che quegli 815 mila euro che sono la base d'asta della vendita del San Marco non porteranno alcun beneficio economico, mentre daranno il via alla privatizzazione dell'altopiano. Sono state raccolte, nella circostanza, anche le prime 1200 firme in calce ad una petizione pubblica. Gli alpinisti Kurt Diembergher e Fausto De Stefani, tra i nomi più noti di scalatori, quando ieri mattina sono stati portati al San Marco per constatare il sito, hanno subito osservato che «sarebbe uno scempio aprire, in un luogo così fragile e strategico dal punto di vista naturalistico, un centro benessere, un albergo che richiamerebbe la necessità di un indotto di altre strutture, e di conseguenza la privatizzazione del Cansiglio».

È intervenuto anche Cesare Lasen, già pressidente del Parco nazionale Dolomiti bellunesi, una delle autorità in campo botanico, per sottolineare l'importanza del Cansiglio su questo piano. Da qui la necessità che prima di pensare alla candidatura delle colline del Prosecco come patrimonio tutelato dall'Unesco, si prenda in considerazione questa la sollecitazione di De Stefani la candidatura del Cansiglio. O, ancor meglio, la sua aggregazione alle Dolomiti già protette. Duemila persone non se le aspettava proprio nessuno, ieri in faccia al monte Pizzoc, da una parte, e al monte Cavallo, dall'altra. Gli organizzatori hanno promosso al mattino alcune escursioni per conoscere puntualmente la foresta: lungo la strada del Patriarca, al Giardino alpino, al Museo naturalistico e a quello etnografico “Anna Vieceli”; il gruppo più nutrito ha voluto conoscere i grandi alberi della foresta, i più storici.

Poi la festa e, prima che diluviasse, le riflessioni ad alta voce. C'è ancora tempo hanno convenuto gli oratori perché Zaia, che ha dimostrato grande sensibilità nel salvare centinaia di cervi dalla mattanza, ritiri il bando di vendita del San Marco, e magari lo faccia abbattere essendo in condizioni precarie, e lasci il colle su cui sorge alla fruibilità delle migliaia di visitatori dell'antico bosco da remi della Serenissima Repubblica.
La festa è proseguita quando è cessata la pioggia. È stata ospitata dall'ex base militare della guerra fredda, dove sta per essere definitivamente sistemato un grande parcheggio per camper e dove uno dei vecchi hangar sarà trasformato in un Museo della guerra fredda, con annesso auditorium. Museo che i sindaci ritengono inutile («non si possono spendere 600 mila euro in questa maniera» commenta il sindaco di Tambre), mentre sarebbe più urgente la definitiva sistemazione del parcheggio dei camper.

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