Carte false

MITI, LUOGHI COMUNI E TANTA PROPAGANDA SULLA CARTA

Ci sono tanti luoghi comuni sulla carta e sull’ambiente, vere e proprie leggende metropolitane, alcune basate sulla realtà di molti anni fa (es: le scarse performance della carta riciclata) altre senza nessun fondamento (es: riciclare la carta è più inquinante che gettarla via e produrne di nuova). E poi c’è tanta propaganda, frasi mezze vere, dati forniti a metà, che rendono più presentabile un settore industriale. Minimizzare i problemi non serve, ed è pericoloso, perché poi si finisce col credere alla propria propaganda, e si
perde capacità di innovare. In un settore come quello della carta, dove l’innovazione è tutto, minimizzare i problemi ambientali è un suicidio industriale.

MITO: Produrre carta riciclata è più inquinante

REALTÀ: La produzione di carta riciclata, oltre a risparmiare alberi e acqua, produce meno inquinamento, usa composti meno dannosi e richiede meno sbianca rispetto alla produzione di carta da fibre vergini. Gli acquistare di carta riciclata è consigliato dalle direttive e dai decreti sugli acquisti pubblici verdi.

Anche dal punto di vista dell’impatto sui trasporti, la carta riciclata ha impatti minori della carta in cellulosa vergine (e sicuramente è più facile praticare la filiera corta sulla carta riciclata, dato che i rifiuti si trovano ovunque, e sono maggiori dove sono maggiori i consumi). L’unico aspetto in cui la produzione di carta riciclata è meno efficiente, è nella produzione di fanghi. Ma si tratta di materiale che sarebbe comunque in circolazione se la carta non venisse riciclata, e che può divenire una preziosa risorsa, se impiegato nella produzione di pannelli o mattoncini isolanti. Anche per quanto riguarda gli inchiostri, la loro tossicità è problematica anche se la carta non viene riciclata (per questo è sempre bene usare inchiostri vegetali). In diversi casi i fanghi non risultano tossici, e sono considerati inerti.

Secondo l’EPA riciclando carta invece che producendone di nuova si rigenerano il 74% in meno di inquinanti e si consuma il il 50% in meno di acqua.

Vedi:
http://www.edf.org/documents/1618_WP3.pdf
http://ec.europa.eu/environment/gpp/pdf/gpphandbook.pdf
http://www.epa.gov/epawaste/conserve/tools/cpg/index.htm
http://www.paper.org.uk/information/pages/recycling.html
http://www.wrap.org.uk/downloads/Recycling_LCA_Report_Executive_Summary_Sept_2006.dbac1ac1.2839.pdf

MITO: Incenerire la carta crea energia, ed è più ambientale che riciclarla.

REALTÀ: le fibre di carta possono essere riciclate fino a 6 o 7 volte, prima di diventare troppo corte per fabbricarvi carta. Per ogni riciclo si registra un risparmio di energia molto più alto dell’energia prodotta bruciando la carta. Uno studio di WRAP mostra che il riciclo aiuta il clima molto di più dell’inceneritore o della discarica.

Vedi:
http://www.wrap.org.uk/downloads/Recycling_LCA_Report_Executive_Summary_Sept_2006.ac064d85.2839.pdf

MITO: La carta riciclata inceppa la fotocopiatrice.

REALTÀ: le fotocopiatrici attuali sono tecnicamente idonee a usare carta riciclata. Se la carta si inceppa, non è per la presenza di fibre riciclate, ma per perché il pacco è stato aperto molto a lungo e la carta si è inumidita, per mancanza di manutenzione e
pulizia, o perché la carta non è del formato giusto. Ad esempio, le carte per le fotocopie ad alta velocità devono avere caratteristiche particolari. Vi sono poi carta di buona qualità o di cattiva qualità, sia tra quelle riciclate che tra quelle prodotte con cellulosa vergine.

Vedi:
http://www.conservatree.org/paperlisteningstudy/RecyEquip/recyequip.html

MITO: Abbattendo gli alberi si cattura più CO2 poiché la foreste ricresce.

REALTÀ: La ricrescita di una foresta richiede decenni o secoli per completare la crescita e ripristinare i valori originali. La cattura del carbonio inizia solo dopo dieci o venti anni, durante i quali i cascami si decompongono e emettono carbonio. Nello stesso periodo gli alberi abbattuti sarebbero potuti anch’essi crescere ulteriormente (anche le foreste mature crescono e continuano ad accumulare carbonio).
Invece, sotto forma di carta, gli alberi abbattuti finiscono presto nei rifiuti (second uno studio della Xerox, la metà della carta da ufficio finisce nella spazzatura entro il primo giorno di utilizzo), e se non vengono riciclati, vanno in discarica o finiscono inceneriti. Insomma, tornano presto in atmosfera.

MITO: Tutte le certificazioni sono uguali, ma ognuna sostiene di essere migliore per ragioni di concorrenza.

REALTÀ: Le differenze ci sono, eccome. Il Forest Stewardship Council (FSC) è l’unico standard internazionale di certificazione forestale riconosciuto come credibile. È stato sviluppato unendo i punti di vista degli attori sociali, economici e ambientali. Ben lontano dall’essere perfetto, è però di gran lunga superiore in termini di affidabilità e imparzialità. Numerosi studi dimostrano le sostanziali differenze tra il FSC e altri schemi, e gli impatti positivi della certificazione FSC sul campo. È l’unico standard che vede un ampio consenso da parte delle associazioni ambientaliste in tutto il mondo.

Vedi:
http://credibleforestcertification.org/
http://www.salvaleforeste.it/Download-document/40-Behind-the-logo.html
http://www.salvaleforeste.it/Download-document/617-Environmental-Paper-Procurement.html
http://www.salvaleforeste.it/documenti/FSC-Cover of
Forest Certification-Web.pdf

http://whyfsc.com/
http://www.edf.org/documents/MI-AFFguide.pdf

MITO: le fibre riciclate sono tutte esportate in Cina.

REALTÀ: L’Italia ha raccolto nel 2006 sei milioni di tonnellate di maceri, e ne ha usati 5,5: meno di un sesto dei maceri italiani viene esportato (987mila tonnellate, che bilanciano import minori di fibre riciclate con particolari caratteristiche). In realtà il nostro paese potrebbe produrre molta più carta riciclata (metà dei rifiuti in carta finiscono in discarica o nell’inceneritore) e soprattutto dovrebbe usarla molta di più. Purtroppo viene impiegata in prevalenza la carta di cellulosa vergine, malgrado le performance siano ormai spesso comparabili. Per far fronte alla crescente domanda di carta è necessario spostare i consumi sulla carta riciclata, e al tempo stesso raccogliere più maceri e farlo meglio (per esempio separando carte di diverse qualità).
Purtroppo si continua ad utilizzare in gran parte carta di cellulosa vergine.
Secondo uno studio di Frost & Sullivan la diminuzione dei prezzi dei materiali riciclabili sta avendo come conseguenza diretta un accumulo dei rifiuti nelle discariche e nei centri di immagazzinamento.

MITO: Le foreste sono in crescita

ln Europa aumentano ogni anno di 6.450 km2. L’industria cartaria europea è un importante catalizzatore del rinnovamento e dell’estensione della superficie forestale.

REALTÀ: La crescita della superficie boschiva è dovuta al regresso dell’agricoltura, ma si tratta in gran parte di boschi giovani, in alcuni casi infestati da piante aliene. La crescita
della superficie boscata non corrisponde purtroppo a una crescita degli ecosistemi intatti. Intanto le foreste naturali intatte continuano ad essere abbattute, in Europa e ancor più in Indonesia, Siberia, Nord America ecc. Il caribù canadese, l’orango e l’elefante di Sumatra rischiano ormai l’estinzione a causa della crescente domanda di carta. La scelta della carta riguarda l’impatto ambientale, non è un mero fatto di numero di alberi.

In realtà è vero il contrario: i consumi di carta crescono più rapidamente della capacità delle foreste di sostenerne l’impatto senza degradarsi. Un sesto della carta è prodotta con fibre provenienti dalla distruzione di foreste primarie, un’altra grande parte viene da piantagioni o foreste commerciali create distruggendo foreste primarie.

Vedi:
http://www.conservatree.org/paperlisteningstudy/Forests/question59.html
http://www.wri.org/

MITO: Per ogni albero tagliato ne vengano piantati tre.

REALTÀ: L’Italia produce solo il 13% della cellulosa che utilizza: il resto lo importa dall’estero, anche da altri continenti, e da aree dove le fibre vengono prodotte abbattendo le foreste primarie. Nella stessa Europa del Nord (Scandinavia, Russia) foreste di grande valore vengono abbattute e sostituite con coltivate a uso commerciale.
Gli alberi aumentano, le specie diminuiscono.


MITO: La maggior parte del legno utilizzato per produrre la carta proviene da legname ricavato dallo sfoltimento degli alberi che è necessario a conservare le foreste in condizioni di salute

REALTÀ: le foreste primarie di Nord America, Siberia, e Sud-est asiatico vengono rase al suolo per produrre carta, e per essere trasformate in piantagioni. Si tratta in gran parte di operazioni di taglio a raso, e non di sfoltimento, pratica usata invece per prelevare legni duri pregiati tropicali, e assai di rado per produrre carta.
Anche in Nord Europa (Scandinavia e Russia) viene praticato di norma il taglio a raso. A differenza dei boschi antropizzati, le foreste primarie non hanno bisogno di alcuno sfoltimento per restare in salute (anzi andrebbero lasciate indisturbate).

MITO: l’utilizzo di legname è soltanto per il 12% legato alla produzione di carta.

REALTÀ: Più che un mito, è un dato a metà. Infatti, il 42 per cento del legname industriale è impiegato per produrre carta o cartone. Metà del legname prodotto in Indonesia viene trasformato in carta o cellulosa.

La statistica cambia se viene conteggiato anche il legno viene raccolto nel bosco o in boscaglia per accendere il fuoco, le potature, ecc. In termini di massa legnosa è una grossa quota, ma c’è una differenza tra raccogliere un ramo caduto e abbattere un albero o un’intera foresta. Il taglio industriale rade al suolo intere foreste, e apre strade in aree incontaminate.

Vedi:
http://www.conservatree.org/paperlisteningstudy/Forests/question64.html

MITO: La carta contribuisce al contenimento delle emissioni di CO2 perché è un prodotto naturale, rinnovabile e riciclabile.

REALTÀ: Sarebbe più corretto dire che la carta “potrebbe contribuire” al contenimento delle emissioni. Se fosse tutta riciclata, cosa che purtroppo non avviene. Non tutti i prodotti naturali limitano le emissioni di CO2. Anzi, il prelievo di legno per la fabbricazione della carta, in molte aree del mondo, comporta il rilascio di milioni di tonnellate di gas serra.

Anche sul versante produttivo, non sono tutte rose e fiori. Secondo il rapporto ufficiale dell’Unione Europea all’Onu, le emissioni di CO2 del settore cartario, sono aumentate dell’8%, “principalmente a causa dell’incremento in Italia e Spagna”. Le emissioni del settore cartario italiano sono passate da 3,076 Gg del 1990 a 5,201 nel 2007, con un aumento del 69% (globalmente le emissioni di gas serra da parte del l’Italia si era impegnata a una riduzione delle emissioni globali del 6,5% entro il 2012, cosa che non si è verificata).

Vedi:
EEA (2009) Annual European Community greenhouse gas inventory 1990–2007 and inventory report 2009, Submission to the UNFCCC Secretariat, European Environment Agency (EEA), Versione 27 Maggio 2009. http://www.eea.europa.eu/publications/european-community-greenhouse-gas-inventory-2009

MITO: Gran parte della carta prodotta in Italia è riciclata.

REALTÀ: Questo non è un mito. Infatti su 10 milioni di tonnellate di carta prodotta, oltre 5 sono prodotti con carta riciclata. Ma poi l’Italia importa quasi 10 milioni di tonnellate
annue tra cellulosa, carta e cartone. Quindi carta riciclata utilizzata in Italia è una quota molto inferiore. Insomma, bisogna fare di più.

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