Il governo della Repubblica Democratica del Congo ha deciso di consentire lo sfruttamento petrolifero in due parchi naturali protetti, Virunga e Salonga. La decisione è fortemente osteggiata dalle associazioni ambientaliste, che sostengono che avvertono come la perforazione metterebbe a rischio la fauna selvatica e contribuirebbe al riscaldamento globale.

Circa un quinto del parco nazionale di Virunga sarà aperto alle trivellazioni petrolifere. I parchi ospitano elefanti di foresta, gorilla di montagna (a rischio di estinzione) e il bonobo, un'altra scimmia antropomorfa in via di estinzione. Entrambi i parchi sono Patrimonio dell'Umanità Unesco: il parco nazionale di Salonga si estende su 36.000 km quadrati nel bacino del Congo, la seconda foresta pluviale al mondo dopo l'Amazzonia.

Il governo ha detto di aver approvato le commissioni incaricate di redarre i piani per de-declassificare ampie fette dei parchi, tra cui 1.720 km quadrati, pari al 21,5%, del Virunga orientale del Congo, la più antica riserva naturale del continente.

All'inizio di quest'anno, le autorità del parco hanno deciso di chiudere il parco, famoso per i suoi vulcani, fino al 2019, dopo che due turisti britannici sono stati rapiti e una ranger del parco è stata uccisa.

La regione ha subito una crescente instabilità e violenza, portando nell'ultimo anno. all'uccisione di almeno 12 ranger, rimasti uccisi negli scontri con gruppi armati e bracconieri.

L'impresa britannica Soco International aveva già eseguito test sismici ma ha fermato le operazioni in seguito alle forti proteste, e la licenza era scaduta nel 2015. Ora il governo ha riaperto lo sfruttamento petrolifero.

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