Il tribunale supremo brasiliano ha emesso una sentenza chiave in favore di due tribù indigene, respingendo la richiesta dello stato del Mato Grosso do Sul - e ha ordinato alle autorità di rispettare la demarcazione delle terre. Lo Stato brasiliano infatti, aveva cercato di ottenere un risarcimento di oltre 2 miliardi di dollaro dal governo federale, in seguito alla demarcazione delle terre tradizionali delle tribù Nambikwara e Pareci, a causa dei mancati introiti economici.
"Questo è un passo cruciale per la giustizia e i diritti  dei popoli indigeni in Brasile", ha dichiarato Tonico Benites, leader degli indigeni Guarani. “Ci dà la speranza che ila magistratura proteggerà i nostri diritti, garantiti dalla costituzione e dalle convenzioni internazionali”.

La costituzione del Brasile riconosce agli indigeni il diritto alle loro terre ancestrali. Ma la procura generale aveva raccomandato di non riconoscere come valide le terre ancestrali non occupate dagli indigeni al momento di entrata in vigore della costituzione (il 5 ottobre 1988), anche se gli stessi indigeni ne erano stati scacciati con la forza. Si sarebbe trattato del peggior colpo ai diritti degli indigeni dai tempi della dittatura militare. Il tribunale supremo però ha rigettato questa raccomandazione.

Ma il presidente Temer,screditato da diversi scandali di corruzione, è ora in cerca di sostegno preso la lobby agraria, e ha dichiarato guerra ai diritti degli indigeni alla terra, malgrado siano sanciti dalla costituzione, escogitando la norma della scadenza del 1988, cioè negando la terra agli indigeni che ne erano stati scacciati. La norma praticante spazzerebbe via il 90 per cento delle demarcazioni in via di riconoscimento ufficiale.

I Guarani-Kaiowás occupano solo una piccola parte dei loro territori ancestrali a Mato Grosso do Sul e la loro lotta per riconquistare le terre sottratte si protrae da e decenni ha causato violenti conflitti con gli allevatori e i coltivatori di soia e canna da zucchero.

La scorsa settimana, 48 organizzazioni indigene e gli organismi della società civile hanno firmato una lettera all'alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani e alla Commissione interamericana sui diritti dell'uomo, denunciando le violazioni dopo la visita del 2016 del relatore speciale dell'ONU Victoria Tauli-Corpus, e l'aggressiva regressione nella tutela dei diritti delle persone indigene ".

Nel frattempo, secondo la Commissione Pastorale sulla Terra, negli ultimi anni, in Brasile è enormemente cresciuto il numero degli omicidi legati al conflitto sulla terra, con 37 persone uccise nei primi cinque mesi di quest'anno, otto più degli assassini registrati nello stesso periodo del 2016.
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