Dopo un lungo conflitto con le comunità locali e gli ambientalisti, sembra che il sole stia finalmente tramontando sul progetto di fabbrica di cellulosa Est-For, in Estonia. Il governo estone ha annunciato la decisione di "avviare la risoluzione" del piano territoriale nazionale designato per la cartiera. Il progetto era stato fortemente osteggiato dalle associazioni ambientalsite estoni, dalle comunità locali e dalla popolazione. Il comune di Tartu, la città in cui era progettato l'impianto, aveva avviato una causa legale contro il governo.

 

Il nuovo impianto prevedeva la produzione di 700.000 tonnellate di cellulosa e il consumo di 3,3 milioni di metri cubi di legno, oltre un quarto della produzione totale del paese, ponendo una seria minaccia alle foreste estoni, già sovrasfruttate. La fabbrica era da costruire sulle sponde del secondo fiume estone, Emajõgi (la Madre), utilizzando tecnologie che usano composti del cloro e mettendo a rischio ecosistemi idrici locali, già in grave stress. Infatti l'impianto avrebbe rigettato nel fiume un'enorme quantità scarichi (1,2% dell'intero flusso del fiume), contenenti cloruro, potassio, carbonio, composti di calcio e solfati, minacciando la credibilità dei piani nazionali di ridurre l'inquinamento del fiume per soddisfare i requisiti dell'Unione europea. Il mese scorso, la rete ambientalista Environmental Paper Network ha pubblicato un documento per denunciare tali impatti e per chiedere agli investitori di evitare di sostenere il progetto.

Nelle ultime settimane numerose proteste da parte delle comunità locali hanno reso evidente che il progetto è altamente impopolare. Dopo aver dichiarato ripetutamente il suo pieno sostegno al progetto di produzione di polpa di Est-For, il governo ha deciso di scartarlo, almeno per ora. 

 

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