Il leader ambientalista brasiliano Paulo Sérgio Almeida Nascimento, 47 anni, è stato ucciso lunedì scorso con quattro colpi di arma da fuoco davanti alla sua abitazione di Barcarena, nello stato amazzonico di Parà. Nascimento era uno degli attivisti dell'Associazione ‘Indigenas e Quilombolas da Amazônia’, che è impegnata nel monitoraggio di danni ambientali causati dalla compagnia mineraria norvegese Hydrospecializzata nell’estrazione della bauxite, minerale grezzo usato per la produzione di alluminio.

Paulo Sérgio Almeida Nascimento aveva denunciato la fuoriuscita di fanghi rossi da una diga della Hydro, dopo che a causa delle forti piogge, alcune pompe sarebbero andate in avaria causando, una perdita di acqua non trattata.  Nascimento, per il suo impegno, aveva subito numerose minacce e richiesto protezione alla Polizia, che gli era però stata negata dalle autorità.

L’omicidio è avvenuto a poca distanza dall’annuncio di un nuovo rapporto sulle attività della Hydro. “La ricerca dirà di più su questa storia, aggiungendo nuove prove”, ha dichiarato all’agenzia Reuters, Marcelo de Oliveira Lima, ricercatore all'Evandro Chagas Institute, la struttura di ricerca governativa brasiliana legata al Ministero della salute,.

Nascimento è solo l’ultimo di una lunga serie di ambientalisti uccisi a causa del loro impegno. Secondo, Global Witness, nel 2017 sono stati uccisi 197 attivisti, di cui 46 solo in Brasile. Nel marzo dello scorso anno, sempre nella regione del Parà e sempre con quattro colpi di arma da fuoco, è stato ucciso Waldomiro Costa Pereira, 52 anni, attivista del ‘Movimento dei Sem Terra (SMT)'. I suoi assassini, agendo come un vero e proprio commando, lo hanno raggiunto nel letto di ospedale, dove era ricoverato in seguito alle ferite riportate in un precedente agguato. 
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